Caldaia: ogni quanto va effettuata la manutenzione?

Chi l’ha detto che va effettuata ogni 4 anni? Chi stabilisce la periodicità?

A stabilire la periodicità della manutenzione dev’essere l’installatore o un tecnico abilitato che, una volta installato un generatore di calore, decide quando è il momento di effettuare un intervento alla caldaia e all’impianto stesso.

Con quai criteri stabilisce la periodicità?

L’installatore o tecnico abilitato stabilisce la periodicità tenendo conto delle prescrizioni fornite dal costruttore del generatore di calore per garantire, oltre a un ottimo funzionamento, anche sicurezza e risparmio energetico. Da non confondere con il controllo di “Efficienza Energetica“, stabilita dai due ai quattro anni dall’ente competente a secondo della tipologia del generatore e degli anni di vita.

In sintesi, una volta eseguita una serie di controlli, compreso quello del rendimento di combustione, il tecnico riassume gli esiti su un modulo definito Rapporto Tipo 1 che, lo stesso tecnico, dovrà inviare all’Ente Locale preposto unitamente al versamento di una tariffa variabile da zona a zona (il cosiddetto “bollino”). In questo modo il cittadino si pone al riparo da eventuali controlli da parte degli Enti preposti il cui intervento, ove ritenuto necessario, sarà a titolo completamente gratuito.

Qualora, invece, questo adempimento venisse meno, l’Ente preposto ai controlli è tenuto ad ispezionare l’impianto ed i costi che ne conseguono sono completamente a carico del cittadino inadempiente.

In sostanza, non è prevista la sospensione dell’utilizzo dell’impianto (come avviene per le auto) ma un’ispezione “onerosa” dello stesso con costi stabiliti localmente dall’Ente competente.

A fare chiarezza è il DPR 74/2013 all’articolo 7, che smentisce le interpretazioni comuni che fissano delle tempistiche dubbie sull’obbligo di manutenzione.

Si ricorda poi che il controllo e la manutenzione degli impianti termici devono essere svolti da ditte abilitate ai sensi del DM 37/08, le quali sono tenute non solo a specificare al cliente la frequenza con cui gli interventi di manutenzione vanno svolti, ma anche a dichiarare per iscritto quali sono le operazioni da effettuare per mantenere nel tempo la sicurezza dell’impianto.

L’utente deve chiaramente, dal canto suo, prestare attenzione a quanto prescritto dall’installatore, in quanto sono di sua responsabilità eventuali danni causati da un utilizzo scorretto dell’impianto.

I consigli dell’esperto

Ma come possono agire gli utenti per utilizzare correttamente il proprio impianto termico?

  1. Far controllare l’impianto periodicamente, secondo quanto stabilito dall’installatore (è consigliabile un controllo annuale);
  2. Far controllare le parti dell’impianto di riscaldamento più soggette a usura, come ugelli gas, ventilatori, camera di combustione, pressostati, elettrodi e guarnizioni di tenuta;
  3. Far effettuare le principali operazioni di manutenzione e controllo, come la pulizia dello scambiatore lato fumi, prova di tiraggio della canna fumaria, pulizia del bruciatore, verifica dei dispositivi di protezione, controllo e sicurezza, controllo del funzionamento, verifica dell’assenza di perdite, …;
  4. Installare le valvole termostatiche, vista soprattutto l’obbligatorietà a partire dal 30 Giugno 2017;
  5. Usare correttamente i cronotermostati, in modo da regolare la temperatura e i tempi di accensione in modo ottimale;
  6. Non mettere ostacoli davanti o sopra il termosifone, per non ridurre la sua capacità di riscaldare l’ambiente e verificare, di conseguenza, uno spreco di energia e denaro.

Manutenzione e controllo degli impianti termici sono operazioni fondamentali non solo per un corretto funzionamento dell’impianto, ma anche e soprattutto per la sicurezza e la funzionalità. Seguire le buone pratiche per il corretto utilizzo degli impianti, dunque, rappresenta sicuramente un primo passo per ottimizzarne la resa.